CHI È NATO PRIMA, L’UOVO O LA GALLINA ?
Io sono una lettrice di “Repubblica“ solo per la parte culturale che in genere trovo ben fatta e scritta con il garbo dell’intelletto e sono quindi sobbalzata nel leggere l’articolo dal titolo “Fattore K, cloni noir“ a firma di Luca Raffaelli che passa per un intenditore di fumetti anche se leggendo quello che ha scritto mi sembra piuttosto uno che nutra odio nei fumetti eccetto che per uno: Diabolik.
L’articolo in questione afferma che un giorno dal vuoto è apparso Diabolik che poi tutti l’hanno clonato, e correda l’articolo con una sfilza di copertine di noir d’epoca tra cui Kriminal, Dennis Cobb e Milord, senza citarne il copyright come anche il più sprovveduto giornale di provincia avrebbe fatto sapendo di doverlo fare, per la legge sul diritto d’autore.
Il pezzo quindi è un inno a Diabolik che è quello bravo mentre tutti gli altri sono copioni ignobili, quindi i cattivi, di cui pubblica un nutrito elenco tra cui Alan Ford. Mi sapete dire chi, che sia sano di mente, trova una connessione qualsiasi tra Diabolik e Alan Ford? E sapete come ha definito Alan Ford? Comico. Tutto lì, niente ironia, sarcasmo, arguzia, satira, tutte componenti che hanno fatto la fortuna di Alan. Forse non li capisce. Il Raffaelli scrive come un arrabbiato da sogni irrealizzati che si scaglia con veemenza contro chi questi sogni ha saputo realizzarli.
Io sono anche un’appassionata lettrice di gialli, autori come Ian Rankin, Fred Vargas, George Simenon, Colin Dexter e altri allietano la mia mente, e quindi, da buona giallista mi pongo una domanda: A chi giova questo articolo che non ha il crisma dell’attualità né quello di portare fieno alla bottega che lo paga. “Repubblica” infatti non ha collaterali di Diabolik che sono gestiti da Mondadori, e a chi devo pensare, all’editore di Diabolik, Mario Gomboli? Dio mio, tutte le cose più inaspettate possono accadere, ma sarei oltremodo stupita se, in questa sgradevole faccenda, ci fosse la mano mandante di Gomboli, in quanto lo conosco come persona gentile, educata, fine e colta e decisamente a modo.
Tutto il blaterare di Raffaelli quindi appare senza senso. Al di là degli svarioni che Max Bunker gli fa notare, si dimentica che anche Diabolik è un clone di qualcun altro che respira francese, e che come scriveva Lucrezio “De nihilo nihil“ dal nulla non si crea nulla.
Inoltre il giallo esisteva prima di Diabolik e anche prima di Raffaelli e continuerà a esserci anche quando sia di Diabolik che di Raffaelli si sarà persa traccia.
Sotto riporto il suo scritto pubblicato su Facebook e sul sito di Max Bunker in risposta all’inconcludente bozzone del Raffaelli al quale chiedo: Chi è nato prima, l’uovo o la gallina?
ATTENZIONE ! Per leggere compiutamente quello che Max Bunker ha scritto, bisogna ricordarsi che l’ironia è il suo pane quotidiano .
Caro Luca Raffaelli,
vivissimi complimenti per l’articolo “Fattore K, i cloni noir, i fratellini di Diabolik” pubblicato su “Repubblica” del 18 agosto. Mario ne sarà davvero felice e vedrai che ti manderà a casa un enorme mazzo di fiori, dai colori clonati. Ti scrivo perchè c’è un piccolo, piccolissimo errore in quello che hai scritto, un’inezia che in realtà nulla toglie al mio blasone, e non ti querelerò per questo, ma è per amore della verità visto che tanti, troppi, affrontano il mondo dei fumetti con una preparazione sommaria è giusto che uno dei cantori più competenti del mondo a strisce dimostri d’esserlo del tutto. Il primo numero di “Milord” soggetto e sceneggiatura di Max Bunker, poi dal secondo in poi Max Bunker fece solo il soggetto e la sceneggiatura fu fatta da Paolo Piffarerio com’è noto a tutti meno che a te. Questo meriterebbe d’essere sottolineato a visione dei lettori. Ancor più, per completezza di informazione, avresti dovuto citare anche altri cloni, come K-Fantomas, K-Fantax, K-Phantom , K- Rocambole etc… Insomma anche il clonato è un clone perché è la legge della vita. Pare ci sia stata solo una vergine a partorire e non risulta che il fatto si sia ripetuto. Tutti gli altri parti sono cloni.
Con immutata stima, voster Max Bunker.