Sono riuscita a strappare una promessa di collaborazione a Luciano Secchi per il mio sito, e infatti aveva scritto un pezzo sulle motivazioni delle scelte dei collaboratori per le edizioni Mondadori di Alan Ford, Kriminal e Satanik. Ora sono riuscita ad avere l’autorizzazione di stampare il suo primo romanzo giallo “Nove battute per una pièce” a puntate settimanali, nove o dieci in tutto: è un giallo con fiocchi e controfiocchi ma che spiega meglio la breve introduzioni scritta da Oreste del Buono, all’epoca editore della Milano Libri, lui che lo scelse per dargli il battesimo da romanziere.
Ero molto titubante se e come aprire un sito sul web perché il desiderio di farlo era controbilanciato dal poco tempo libero a disposizione e anche dal taglio da dare, poiché non sono certo il tipo che ama la polemica esasperata, tutt’altro, mi piace colloquiare, scambiare opinioni con diverse angolature ma non certo accettare tutto e tutti. La mia posta ad esempio non è un forum e il mio sito è una casa dove invito chi mi è più gradito e non faccio entrare chi non si comporta con un minimo di educazione, parola che pare caduta in disuso e non sempre presente nei dizionari dei navigatori. Per esprimere un giudizio diverso dal mio bisogna per forza essere insolenti e villani? Costoro non avranno mai ingresso libero da me.
Lascio ora la parola a Luciano Secchi che ha qualche risposta da dare:
“Scriverai mai un libro sulla storia dell’Editoriale Corno?” È una delle domande più frequenti che mi viene rivolta. Sinceramente non ci avevo mai pensato, poi visto le storture, le falsità, gli incredibili vaneggiamenti, penso proprio che, quando le cose saranno chiuse sul piano giudiziario, scriverò un librettino, di quelli stampati in digitale, quindi a tiratura molto ridotta perché alla fine la cosa interessa veramente a poche persone, una cinquantina al massimo. Comunque a questo punto la storia va scritta anche per rispetto a chi ha dato un corretto apporto a quella che è stata una delle più brillanti case editrici del settore e che ha apportato molte novità, rompendo il tedio di una monotonia editoriale dove i buoni vincevano sempre e i cattivi pagavano il fio delle loro colpe.
Altra domanda è se tornerà la rubrica della posta su Alan Ford. Non credo proprio. Mi ero stancato di tenerla perché alla fine chi scriveva erano sempre gli stessi con le stesse domande. Sapete qual è la domanda più gettonata? In genere capita quando, data una notizia, c’è un contrordine. È capitato recentemente con l’annuncio della imminente graphic novel di Kerry Kross (“Liberation Island”) rimandata a data da destinarsi a favore di Pepper/Megan numero 3 (“Mors tua, vita mea”). I perché ho fatto questa modifica si sono sprecati. La risposta è semplice: ho deciso di finire prima la sceneggiatura di Megan che ha anche un pubblico decisamente superiore a Kerry (dispiacerà a qualcuno, me incluso, ma la legge dei numeri è fredda e precisa).
Bene, ringrazio Luciano Secchi per il suo contributo e riprendo il discorso sottolineando che la classifica dei film è molto gradita (la fonte è una delle più attendibili, il botteghino) e sono davvero molto curiosa di conoscere la vostra opinione sulla pubblicazione a puntate de “Nove battute per una pièce”. Devo avvertirvi che non troverete lo stesso autore di Riccardo Finzi, ottimo condensato di arguzia e di humour, ma uno scrittore del tutto diverso, che… ma è meglio che lo scopriate voi.
Ho visto con piacere il film “La Talpa” ma ho sempre una tremenda nostalgia per quello sceneggiato televisivo prodotto dalla BBC con un superbo Alec Guiness nei panni di Smiley. Proprio nessuno ha una cassetta da vendermi o duplicare ?
Bello il contributo del mitico Max. Peccato per la rubrica della posta. Se non vuole farla tornare, almeno metta un editoriale in ogni numero dove ci racconta un po’ come vanno le cose alla MBP. Altrimenti il fumetto perde d’anima.
Avanti tutta, Thea: hai il mio pieno sostegno e appoggio! Lo sforzo e l’impegno di mantenere un sito web merita encomi altisonanti e note di incoraggiamento (si campa anche di soddisfazioni!) ed è finanche eccellente l’idea di serializzare 9 Battute Per Una Pièce, così da renderlo conosciuto a quelle platee nazional-popolari magari anestetizzate dal Faletti o Lucarelli di turno. Senz’altro la prosa del Bunker raggiunge poi il suo apice artistico-letterario con l’agghiacciante Ritratto Di Buona Famiglia, specchio delirante e febbrile degli anni di piombo, della vacuità borghese e di dorate esistenze schiacciate dal vuoto esistenziale e affettivo. Che Anthony Logan & Marny Bannister vi benedicano! Un abbraccio ad entrambi dal semper-voster…