Rashomon è un celebrato cult movie del regista giapponese Akira Kurosawa del 1950 superpremiato che ha fatto conoscere al mondo anche l’arte dell’attore Toshiro Mifune, ed è pure diventato un capostipite. Ha ispirato una brillante e spumeggiante versione nel 1967 “Les Girls ” diretta da George Cukor, un film musicale con Gene Kelly e Key Kendall ma sopratutto ebbe un’ identica versione americana ambientata nel west dal titolo ” L’oltraggio “, film diretto da Martin Ritt con un Paul Newman in ottima forma.
Qual è la chiave che unisce questi film? Tutti sulle miriadi di sfaccettature della verità. Lo stesso fatto viene raccontato da diverse persone e ognuna dà una versione diversa dall’altra. Qual è la verità vera? Ma poi esiste una verità assoluta? Tutto è sempre relativo.
C’è anche un precedente letterario che tocca lo stesso tema e risale al 1841. Si tratta di quel romanzo breve di Edgar Allan Poe “I delitti della via Morgue” dove ogni testimone dice la sua verità, di ciò che ha udito, e ognuno dà una versione diversa dall’altro, e tutti in buona fede, ma è il termine Rashomon che è diventato un’espressione per sottolineare quanto sia difficile, se non impossibile, avere questa verità assoluta.
Per chiudere questa introduzione devo anche fare riferimento al mondo operistico. A quel brano “La calunnia” (la calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile…) cantata da Don Bartolo con la sua voce da basso nell’opera buffa di Rossini “Il barbiere di Siviglia “.
Qual è la verità sul mio dissidio con Sergio Bonelli? L’ho scritto, ma è una verità che non piace, quindi dev’essere per forza un’altra e ognuno ne ipotizza una sua. I filo bonelliani un’invidia da parte mia, i filo bunkeriani un’invidia da parte sua. Per quanto mi riguarda se devo invidiare un miliardario, ne scelgo uno vero, strabordante di soldi, come Bill Gates e non delle sbiadite vie di mezzo. Di altro non so cosa potrei invidiare. Per quando riguarda la controparte non faccio ipotesi.
Qual è la verità della cessazione del sodalizio di Magnus & Bunker? L’ho scritto diverse volte, l’ha dichiarato anche Magnus, anche queste verità non sono state gradite e ognuno ha detto la sua sino ad arrivare a ipotizzare una mia invidia per Magnus una calunnia da parte di una sgradevole maldicente persona. Ha ragione Thea Valenti. Le persone passano ma il veleno che hanno seminato trova sempre qualcuno che lo raccoglie. Anche qui siamo a stile Rashomon, ognuno pensa qualcosa di diverso dall’altro. Io ho sempre avuto un grande affetto e un’illimitata stima per Roberto Raviola e la nostra separazione è stata consensuale. Inutile entrare nei dettagli dei perché. Ognuno pensi quello che gli piace di più.
Lo stesso discorso vale con Andrea Corno. Diamine ci sono tanti divorzi non solo artistici ma anche di persone che convivono. I motivi possono essere i più variegati. Anche questo l’ho detto, ma è una verità che non piace, quindi chiudiamo pure il discorso con “ognuno pensi alla verità che preferisce”. Non scriverò mai la storia
dell’Editoriale Corno. Io sono riservato per natura e non mi va di soddisfare la curiosità di gente in malafede, di maleducati e insolenti, sempre pronti a seminare zizzania. Io non dialogo con questa suburra. Credano a quello
che a loro piace di più credere, stando attenti perché ci sono dei paletti precisi da rispettare e che esiste una legge che vale su tutto il territorio italiano, internet compreso.
Concordo col lettore Anarki che ha scritto una lunga lettera molto pacata e intelligente mettendo tutti in guardia sui guasti che si possono combinare con parole inadeguate, visto che ormai tutti sono professori di tutto, una grande massa di autolaureati in tuttologia. Io non amo molto internet, lo ammetto. Non ho la pazienza di navigare e preferisco spendere il mio tempo libero leggendo o sentendo della buona musica o fare entrambe le cose nello stesso momento.
Buon Rashomon a tutti!
Luciano Secchi – Max Bunker