Il primo film girato in Italia da Woody Allen non aveva avuto un giudizio critico positivo anche se il pubblico, al contrario, s’era precipitato a vederlo.
Beh a me è piaciuto: sia la storia che la recitazione di Woody e un sorprendente Benigni che, contenuto, riesce anche a diventare tollerabile a chi non l’ha proprio in simpatia. Woody Allen è sempre una spanna al di sopra della media. La trovata del cantante lirico che sa dare corpo alla sua voce solo quando è sotto la doccia e lo sviluppo che ne consegue, sono una chicca gradevolissima e una trovata degna di nota.
Ovviamente, essendo il film principalmente rivolto al pubblico americano, c’è una certa concessione turistica di luoghi e suoni. La colonna sonora inizia con “Volare” di Modugno, e “Arrivederci Roma” è suonato in tutte le salse, ma sono salse ben calibrate. Curioso il motivo che presenta ogni apparizione di Benigni, eletto uomo del giorno della futilità più vuota che si possa immaginare. La canzone è un retrò d’anteguerra “Ciribiribin” che calza perfettamente al personaggio. Sono tutte brevi storie di costume e di amori trovati, perduti, ritrovati e sofferti sino alla gioia. Chi non l’ha visto aspetti il DVD e lo comperi. È una spesa bene fatta.